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A cosa serve il buio?

Ricordati di spegnere la luce quando esci...” - si raccomandò mia madre. Ed io me ne ricordai. Dimenticai tuttavia di prendere le dovute distanze dallo stipite: l’impatto fu violento e doloroso, vidi le stelle! Limpide come con il telescopio in una notte buia. Accidenti al buio! A cosa serve? Mentre tenevo la mano sulla fronte, aspettando che il bernoccolo si materializzasse, riaprii gli occhi e vidi strane luci che danzavano nel giardino davanti casa. “Continuo a vedere le stelle - pensai - che botta!” Queste lucine lampeggiavano, si spostavano ed erano proprio lì, di fronte a me, ben diverse da quelle successive all’urto.

Mi fermai ad osservarle, dimenticando il dolore. Che spettacolo: le prime lucciole della stagione. Ecco a cosa serve il buio, a vedere le lucciole. Ma alle lucciole non interessa essere viste, interessa vivere (della serie: “non mi interessa essere capito... mi interessa essere, capito?”). E se riusciamo a vederle esclusivamente al buio, significa che l’oscurità è il loro ambiente. Al buio, infatti, le lucciole possono scambiarsi segnali luminosi necessari per la loro riproduzione. Questi Lampirìdi, originale famiglia di coleotteri, hanno un comportamento sessuale molto particolare, dovuto principalmente alla diversità del corpo del maschio da quello della femmina (dimorfismo sessuale). La femmina è priva di ali e presenta sembianze più simili a quelle di una larva: per questo motivo viene denominata verme luminoso.

lucciola

Il maschio, invece, è dotato di due paia di ali anteriori che non soltanto gli consentono di volare alla ricerca di eventuali partner, ma servono anche a proteggere l’addome e le ali posteriori. Sotto l’addome, le lucciole posseggono una serie di organi luminosi fondamentali per le loro “danze d’amore” che hanno inizio nel periodo estivo. Il maschio, emettendo segnali luminosi intermittenti dagli ultimi tre segmenti dell’addome, attira l’attenzione della femmina, la quale se interessata, per contraccambiare si lascia ondeggiare al vento su steli d’erba richiamando a sé il partner con flebili luci fisse. L’accoppiamento inizia appena le luci emesse ad alternanza dagli amanti raggiungono la stessa intensità. La bioluminescenza delle lucciole si genera da una reazione chimica, detta luciferasi che ha come prodotto l’ossiluciferina (ossigeno + luciferina, una sostanza che loro stesse producono) e come effetto una luce fredda di colore giallo-verde.

Se avvenisse la combustione, la lucciola brucerebbe. La riproduzione delle lucciole si basa quindi sulla scambio di segnali luminosi, che avviene solo in assenza di luce. Di conseguenza, l’inquinamento luminoso è uno dei fattori ad influenzare maggiormente il comportamento delle lucciole, fondamentali indicatori biologici la cui presenza andrebbe tenuta in grande considerazione ovunque.Inoltre, se per accoppiarsi questo coleottero ha bisogno di buio, per vivere preferisce l’umidità. La femmina di lucciola, essendo priva di ali, a differenza del maschio che muore, dopo l’accoppiamento continua a vivere a terra per il tempo necessario alla deposizione delle uova, cibandosi raramente di nettare e polline. Unico obiettivo delle larve che nasceranno nell’autunno successivo, sarà quello di nutrirsi per poi passare allo stato adulto dopo due anni. Questi piccoli ma voraci carnivori saranno insaziabili predatori di lumache, catturate grazie ad un potente fluido paralizzante.

il brillamento delle lucciole

La lumaca, che a differenza della lucciola è un erbivoro, ama mangiare tenere piantine coltivate dall’uomo. L’agricoltura intensiva richiede grandi quantità di acqua: vero banchetto per le lumache ma vero danno per l’uomo che interviene con pesticidi chimici. Con l’utilizzo di lumachicidi, quindi, ci sbarazziamo delle lumache ma sottraiamo “il piatto principale” alle lucciole. Paesi dell’Estremo Oriente che detengono già il primato nella conservazione della specie lucciola, hanno stabilito vere e proprie norme per la salvaguardia di questo insettino simbolo di libertà nella loro tradizione. Dunque il rispetto della natura, consente agli uomini di godere di uno degli spettacoli più romantici al mondo: il volo d’amore dell’Hotaru (lucciola in giapponese).

 
Noi, invece, mangiamo di più ma vediamo di meno...E se le botte in testa portano a grandi bernoccoli, a me hanno regalato una riflessione sulla profonda ricchezza di significati che il buio cela. Provate voi a sopravvivere fuori dal vostro ambiente, senza cibo e soprattutto senza amore...sfruttati per di più! Gli acuti Cinesi sulle lucciole hanno costruito un business vendendole “imbarattolate” a fidanzatini babbei che se solo sapessero quanto è difficile la sopravvivenza per le lucciole, sceglierebbero qualche altro “dono d’amore.Continuando a togliergli il buio, a sottrargli il cibo e a sequestrarle... occhio signori: è in arrivo la rivoluzione delle lucciole...ed io la prevedo bioluminescente!

A cura di

Anna Gaia Farnetano III B

Desirèe Scanniello III B

 

 

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