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Convegno: Astri e particelle

Il programma delle iniziative del gruppo Zero-G prevede anche visite ad Università o altre Istituzioni in occasione di particolari eventi culturali. Il 14 gennaio abbiamo visitato la mostra “Astri e Particelle” al Palazzo delle Esposizioni in Roma. In queste pagine riportiamo una sintesi degli argomenti trattati che ci hanno colpito ...

 


 

 

  • Introduzione

Uno degli argomenti ricchi di fascino trattati nella Conferenza è il concetto di eleganza o “bellezza” della matematica e della natura. Su questo argomento vi è sempre stato un accesso dibattito tra i fisici: alcuni come S. Chandrasehar sono a favore della “bellezza”, altri come L. Boltzmann, ne hanno contrastano la veridicità a suon di teorie e dimostrazioni “brutte”. L’esperienza personale di H. Weyl, uno dei più grandi fisici del XX secolo, può essere vista come un evento a favore di questa teoria.

Weyl lavorando alla teoria di gravitazione si convinse della sua falsità, ma decise di non abbandonarla poiché presentava una particolare bellezza. Successivamente il suo avvicinamento a questa teoria si rivelò giusta dal momento che l’approccio fisico-matematico da lui proposto venne incorporato nella teoria dell’elettrodinamica quantistica. “L’anima si riempie di silenzio e prova un brivido alla vista della bellezza, poiché essa sente che in sè è evocato qualcosa che non le viene impartito dall’esterno tramite i sensi, ma è sempre stato là nelle sue ragioni inconsce”.

Questa citazione tratta dal Fedro di Platone è richiamata all’attenzione da Heisenberg, il quale invita a riflettere su come la bellezza delle scienze esatte può diventare riconoscibile ancor prima che essa possa essere razionalmente dimostrata. In cosa consiste questa potente illuminazione?

“La poesia è una sorta di matematica ispirata le cui equazioni non vanno per figure astratte, ma per sentimenti umani”. (Ezra Pound)

La convinzione dei fisici nell’eleganza della natura è dimostrata dall’affermazione di Steven Weimberg che ci piace riportare:

“Forse la natura è fondamentalmente brutta, caotica e complicata. Ma se è qualcosa del genere, allora voglio andarmene”.

A cura di
Giacomo Fierro

 


 

 

  • Scienza in … mostra

Quattro secoli fa Galileo puntava, per la prima volta, il cielo con il suo cannocchiale e cambiava per sempre il nostro modo di osservare l’universo. Nessuno poteva prevedere la straordinaria evoluzione della nostra capacità di curiosare nelle profondità del cosmo e di interpretarne i messaggi, con strumenti e metodi sempre più sensibili e raffinati. In occasione della celebrazione di questo rivoluzionario gesto scientifico, il 2009 è stato proclamato anno internazionale dell’astronomia.

Così il 14 gennaio 2010 il Gruppo Astrofili  “Zero g” del Liceo Scientifico di Vallo della Lucania ha partecipato, al palazzo delle Esposizioni a Roma, ad una grande mostra che racconta la scienza, gli uomini e i grandi esperimenti che oggi studiano il cosmo. In questa mostra sono stati osservati telescopi e rilevatori di radiazioni cosmiche, situati negli ambienti più estremi del pianeta per decifrare ed interpretare le parole dell’universo. Inoltre sono visualizzati eventi, come le particelle elementari  che, ininterrottamente ci raggiungono, dette raggi cosmici.

Durante il percorso all’interno dell’esposizione si è coinvolti dal lavoro degli scienziati, intenti a  studiare la composizione del cosmo, per prevedere come esso si evolverà o addirittura per ricreare i primi suoi istanti di vita in laboratorio. Il fascino della scoperta ci ha accompagnato durante il percorso ed è nata, così, la voglia di colmare i vari dubbi e di rispondere a tutti i quesiti  ancora  irrisolti. Uno di  questi è  l’esistenza dell’antimateria, su cui si è discusso durante il convegno svoltosi nel corso della stessa giornata (si veda box a lato).

Il professor Andrea Vacchi ha sviluppato un ampio dibattito proprio su questo argomento concludendo l’interessante conferenza con una domanda che ancora oggi crea dei dubbi: nel nostro mondo c’è solo materia, per cui dove è finita l’antimateria?? Molte sono le ipotesi, ma ancora oggi non si è trovata una risposta capace di convincere gli scienziati.

A cura di

Mattia Garofalo


 

 

  • L'Antimateria

L’antimateria è un agglomerato di antiparticelle corrispondenti alle particelle che costituiscono la materia ordinaria. Ad esempio, un atomo di antidrogeno è composto da un antiprotone caricato negativamente, attorno al quale orbita un positrone (antielettrone) caricato positivamente.

Se particella ed antiparticella vengono a contatto, le due si annichiliscono emettendo radiazione elettromagnetica. Ed è per questo motivo che l’antimateria ha vita breve e non può essere immagazzinata. In base alle attuali conoscenze, non esistono quantità significative di antimateria nell’universo, con l’eccezione di pochi atomi generati nei laboratori di fisica delle particelle presenti sul pianeta, e nei processi astronomici più energetici.

L’assenza di antimateria è uno dei più grandi misteri della teoria del Big Bang, in quanto ci si aspetterebbe una produzione di materia e antimateria in proporzioni uguali e un conseguente annichilimento. Probabilmente, uno squilibrio in favore della materia ha fatto si che quest’ultima non venisse completamente annichilita, rendendo possibile la formazione di un universo stabile che è quello in cui viviamo.

A cura di

Vittoria Sansone

 


 

Raffigurazione pittorica del processo di annichilazione

Disegno di Marialuisa Stifano II A.

Elaborazione grafica a cura di Antonio Sivo, II B.

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