Altitudine Reale e Apparente: alla ricerca del miglior angolo di Osservazione
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- Categoria: la fisica
- Pubblicato Sabato, 30 Luglio 2011 17:36
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Quando con il telescopio, si osserva un pianeta basso sull'orizzonte, non si ha mai una buona messa a fuoco, tanto che il più delle volte, essa è confusa e tremolante. Ciò è dovuto dal fenomeno della rifrazione (vedi box “La Rifrazione”).
Utilizzando il programma chiamato SKY Celestron©, abbiamo raccolto i dati riguardanti l'altitudine e l'errore di rifrazione di alcuni pianeti. In questo modo siamo riusciti a realizzare dei grafici nei quali mettiamo in relazione l'altitudine reale con l’altitudine apparente e l’altitudine reale con l’errore di rifrazione. Per altitudine apparente intendiamo l’altezza del pianeta affetta dall’errore di rifrazione.
I dati sono stati raccolti per Venere e Giove dall'alba a tramonto, a intervalli di tempo di 30 minuti; dato che l'alba e il tramonto dei 2 pianeti avviane in momenti diversi, gli enti geometrici raffigurati nei grafici, non hanno origine e fine in comune.
I risultati delle indagini ci hanno fornito 2 rette che hanno la stessa direzione. Questo ci fa pensare che la rifrazione, non è funzione della grandezza del pianeta ma solo della massa d'aria esistente tra l'osservatore e lo stesso.
Questo grafico, mostra l’inversa proporzionalità fra l’altitudine e l’errore di rifrazione.
Teoricamente, arrivati alla maggiore altitudine, l'errore di rifrazione scompare, dato che la massa d'aria tra l'osservatore e il pianeta, è minima. Anche in questo grafico, le due figure sono sovrapposte a riconferma del fatto che l'errore di rifrazione, è dovuto solo dalla massa d'aria e non dalla grandezza del pianeta.
Il secondo grafico mostra che superati i 40° di altitudine, l’immagine del pianeta presenta un errore dovuto alla rifrazione trascurabile. È consigliabile, dunque, l’osservazione quando gli astri hanno superato tale angolo.
La rifrazione in fisica, è il fenomeno per il quale l'inclinazione di un fascio di luce, varia quando passa da un mezzo di propagazione ad un altro; durante questo passaggio varia la velocità. |
A cura di
Antonio Sivo