Il segreto delle stelle - Parte seconda

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Categoria: la letteratura
Pubblicato Venerdì, 06 Luglio 2012 11:44
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Ogni anno ai campi scuola gli istruttori organizzavano varie gare fra i diversi gruppi di ragazzi che alloggiavano in dormitori diversi e al termine delle due settimane si premiava il gruppo vincente. I partecipanti si sfidavano nelle gare più disparate divertendosi un mondo. Josh e il suo gruppo, naturalmente, progettavano l’intero programma prima ancora che gli altri cominciassero persino a capire quello che dovevano fare..ma nessuno si era mai ribellato alla loro prepotenza, anche perché a dire il vero inventavano davvero gare uniche e divertenti..e proprio per questo la maggior parte erano sempre vinte da loro. Mai perso una volta... MAI.

Josh, nonostante il simpatico caratterino, era considerato quasi il re del campo scuola. Era proprio tempo di cambiare rotta. “Ehi Jacky!” urlai correndo verso mio cugino, che aveva quasi raggiunto il nostro alloggio “Mi è venuta un’idea geniale! Che ne diresti di togliere il primato al nostro caro Josh?”,  “Che?! Hai bevuto?”, “Davvero! Stasera alla mensa non sarà l’unico a consegnare proposte. Perché l’ultima gara la proporremo noi!”, “Oh no, Mike, non se ne parla proprio..Josh andrà su tutte le furie..non vuoi proprio cercare di rimaner intero quest’anno eh? E poi a cosa hai pensato di tanto ‘geniale’ da essere tanto sicuro che Josh non l’abbia già pensato?

Lo sai che per quanto possa vantarsi è davvero un campione nello sport e..”,  “Jacky?” lo interruppi per non rischiare di farlo soffocare, considerato che quando cominciava ad agitarsi andava quasi in apnea..Era un vero secchione e quando sapeva per certo di avere ragione su qualcosa era meglio non contraddirlo se si teneva a rivederlo il giorno dopo..  “Sì?” mi rispose dopo un lungo respiro, ricordandosi finalmente di dover riprendere aria. “Avevo pensato a una gara..di pesca”, “Di pesca?! Ma Mike... Josh va pescare con lo zio da quando aveva forse quattro anni e..”, “Appunto … Ma Josh non vanta un cervello come il tuo, Jacky.

Le Pleiadi

La mia idea era un’altra. Ti ricordi la storia che il nonno ci racconta sempre?”, “Sì..e allora?”, “E’ arrivato il momento di svelare il mistero”. Il borsone gli cadde dalle mani ma l’espressione sbalordita sul suo volto si tramutò subito in un sorrisetto di pura approvazione. Gli occhiali gli brillarono alla luce del sole. “Forse hai ragione Miky. Perché mai Josh dovrebbe prendersela tanto?”, “Ve l’ho detto, risolvere quel mistero c’importava molto più di vincere un sei al superenalotto”. Io e Jake ci mettemmo subito al lavoro. Consegnammo immediatamente la nostra proposta ad uno degli istruttori, il quale sgranò gli occhi non appena lesse il nostro biglietto.

Josh era l’idolo del campo. Chi mai avrebbe osato contraddirlo e per di più sfidarlo in ambito sportivo conoscendo le sue capacità? A quanto pare noi. E poi tutto sommato non l’avevamo fatta poi tanto grossa. Lo avevamo solo privato della scelta di una gara, una soltanto..solo l’ultima..la più importante. Non appena Josh se ne fosse accorto avremmo patito le pene dell’inferno. Ma ormai eravamo decisi a non tornare più indietro. Gran parte di quelle due settimane dunque io e Jacky fummo costretti a trascorrerle segregati nella nostra stanza (accuratamente chiusa a  chiave con le finestre pronte a chiudersi al minimo rumore sospetto) uscendo solo se costretti dagli istruttori o quando gli altri lasciavano la zona per escursioni o visite in luoghi vicini. Gli istruttori ne conoscevano bene il motivo, ma noi tuttavia, per non destare sospetti fra i nuovi arrivati, avevamo finto che Jake avesse preso una brutta influenza a causa della quale era opportuno che restasse a riposo..per il cibo dunque non ci fu problema.

Parecchi nuovi arrivati, preoccupati per Jacky ma timorosi di avvicinarglisi per il rischio di venire contagiati, mostravano il loro appoggio provvedendo al cibo che ci lasciavano dinanzi alla porta o sul davanzale delle finestre. Noi, da parte nostra, non avremmo potuto desiderare di meglio. Non appena gli altri lasciavano il campo o io non dovevo andare agli allenamenti per le gare della settimana successiva, ci davamo da fare con le ricerche. Io andavo e venivo dalla biblioteca alla ricerca di volumi di astronomia, scienze o materie simili che trattassero di stelle e in modo particolare di quei quattro corpi celesti che ci interessavano tanto..Pollara, Puddicinara, Calabresella e U’Stellone..ovvero Orione, le Pleiadi, la stella che sovrasta la Calabria e Venere.

Jacky lavorava sodo avanzando rapidamente nella scoperta grazie alla sua super intelligenza (senza la quale sarei stato costretto a rinunciare a tutto prima ancora di averci pensato..per me le stelle erano tutte uguali..) integrando le notizie dei libri con altre novità tratte da Internet grazie al quale scovava sempre qualcosa in più che lo aiutava gradatamente a risolvere i suoi dubbi. La nostra stanza in breve si tramutò in un vero e proprio campo di ricerca astronomico, invasa da cartine riportanti costellazioni e pianeti e in maniera particolare dalla miriade di fogli sui quali Jacky riportava tutti i suoi calcoli fisico-matematici che a poco a poco stavano influenzando anche me. Jake esaminava tutto: il momento in cui le stelle sarebbero sorte, dove e soprattutto come distinguerle. Al termine di ogni giornata, poi, arrivava il momento di spiegare quello che avevamo scoperto ai nostri compagni di stanza che facevano parte del gruppo.

Il 2° pianeta del sistema solare, Venere

Anche loro erano pienamente entusiasti per la novità dell’anno, ma erano all’oscuro di ciò che stavamo appurando nascondendogli la storia del nonno, altrimenti sarebbero stati i primi a riderci in faccia e voltarci le spalle. Credevano invece che le nostre ricerche fossero finalizzate solamente a una vittoria certa sul gruppo di Josh. Tutte le notti Jacky c’insegnava a  osservare il manto stellato, a distinguere le varie costellazioni a riconoscere i pianeti. Ogni sera le stelle ci sembravano più belle, più luminose e quasi più ‘vicine’ a noi che imparavamo a riconoscerle sempre di più. I nostri compagni facevano del loro meglio, ma con le palpebre mezze chiuse dopo giornate tanto impegnative all’aperto finivano spesso per crollare nei loro letti dopo appena un paio d’ore. La seconda settimana si presentò senza che neanche ce ne accorgessimo. Le gare cominciarono, e il nostro gruppo riportò due vittorie su sei, come quello di Josh (Jake, sicuro di dover accertare soltanto alcuni particolari, finse di stare meglio, sicché io e lui prendemmo parte a tutte le gare, facendo però poi subito ritorno nei dormitori per tenerci alla larga da Josh.) mentre altri due gruppi ne vinsero una ciascuno. Come avevamo sperato, riuscimmo ad accedere all’ultimo turno..l’ultima gara che noi stessi avevamo proposto contro la squadra di Josh..quella decisiva.

Le barche cominciarono a posizionarsi al largo dalla spiaggia; tutti i ragazzi del campo e gli istruttori erano posizionati sulla riva con cannocchiali e cartelloni facendo il  tifo per il loro gruppo. Io e Jake demmo un’occhiata al cielo: chiaro e limpido..perfetto. Le prime stelle cominciavano a comparire, ma non erano ancora quelle che ci interessavano.  Cominciammo a disporre le barche secondo uno schema studiato da Jacky in modo che i pesci non potessero sfuggirci ovunque  tentassero di scappare.

L’odore del mare mi pizzicava le narici e mi riempiva i polmoni, gli occhi mi luccicavano allo scintillare delle stelle e spostando lo sguardo verso la tranquilla acqua del mare ne potevo ammirare il riflesso con tutte le costellazioni..ormai le conoscevo tutte..non nascondevano più alcun segreto per me.. tranne uno: davvero i pesci comparivano al sopraggiungere di determinate costellazioni sotto la guida di un pianeta? Era il momento di scoprirlo. Nostro nonno sarebbe stato fiero di noi.

Un attimo dopo l’istruttore annunciò che la gara poteva avere inizio: tempo due ore, i due gruppi avrebbero dovuto cercare di pescare quanti più pesci possibili con canne da pesca o retini. Le esche non ci mancavano: io e Jacky, ormai esperti di pesca grazie ai saggi consigli del nonno, conoscevamo tutti i trucchi del mestiere. Cominciammo a gettare le canne con qualche esca attendendo tranquillamente il grande evento. Gli occhi di Jacky stavano sempre all’erta a ogni minimo cambiamento del manto stellato. Josh e il suo gruppo, invece, preoccupati del poco tempo a disposizione si rimboccarono subito le maniche.

Costellazione di Orione

 

File dritte di canne spiccavano dalle loro barche come alabarde, colme delle migliori e più strane esche per una pesca rapida e sicura. Noi speravamo nel meglio, ma la squadra opposta non ci negava un gran filo da torcere: sapevamo tutti che Josh avrebbe fatto di tutto pur di non perdere e ne era perfettamente all’ altezza, mentre noi,  eccetto le  nostre discrete capacità, in gran parte potevamo contare solo su quella della scia stellata..era un rischio enorme, ma avevamo deciso di affrontarlo.

Per me e Jacky svelare il mistero era importante più di ogni altra cosa. Senza scordare che avevamo ancora un conto in sospeso con Josh..Ah! Credo che ora dovrò togliervi un dubbio che sicuramente vi sarete posti..Ammesso pure che compaiano proprio quelle stelle e al loro apparire arrivino i pesci ... il mare non ha confini, quindi come avremmo pescato tanto noi non sarebbe accaduto lo stesso anche per il gruppo di Josh? E’ inevitabile..ma allora a cosa sarebbe servito il cervello di Jake? Ve lo avevo detto, il mio caro cuginotto aveva calcolato proprio tutto e la disposizione delle nostre barche ne era un esempio concreto.

Secondo le sue deduzioni appena le tre costellazioni fossero apparse si poteva dare inizio alla pesca: queste annunciavano il movimento dei pesci, che le seguivano quasi come se da queste ipnotizzati confluendo in modo particolare verso punti ben precisi, più o meno al di sotto di esse. Il saltare di alcuni piccoli esemplari sulla superficie marina ne avrebbe annunciato la presenza.

 


A cura di

Antonella Ottati II E

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